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The White Lotus 3, il finale conferma che l’estetico vagare di Mike White ha stancato. E adesso dove si va?

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La terza stagione di The White Lotus è terminata in Italia su Sky e negli Stati Uniti su HBO con un mega episodio di 80 minuti che incarna la tracotanza di Mike White capace di trasformare un esperimento nato in pandemia in un format di successo. Oltre sei milioni di americani hanno visto l’ultima puntata tra HBO e MAX segnando un +30% rispetto alla puntata precedente e con una forte crescita rispetto ai 4.1 milioni dello scorso anno.

Numeri non scontati per una serie di una piattaforma a pagamento anche particolarmente costosa come HBO (si chiamano Premium Cable perché è un canale che si aggiunge al costo di un abbonamento cable) e MAX. Il lavoro fatto sui social media, cresciuto anche grazie al successo delle precedenti stagioni, ha contribuito a trasformare la serie in un evento popolare, nonostante la natura elitaria sia della piattaforma che dei presupposti della serie.

The White Lotus 3

Un entusiasmo così forte che White e HBO dovranno cavalcare in fretta e che sicuramente porterà presto all’annuncio della location della quarta stagione e dei primi membri del cast così da poter iniziare a fare i contenuti social e intrattenere in attesa di un rilascio che probabilmente avverrà nel 2027. Secondo le ipotesi più accreditate la quarta stagione sarà ambientata in un resort in Africa o in Australia, perché White aveva detto di voler portare White Lotus in ogni continente. Ma ci sono speculazioni anche su un possibile ritorno in Europa. Appare difficile l’ipotesi di un’ambientazione invernale perché sembra che White ami il caldo.

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Purtroppo il successo ottenuto dalla terza stagione di The White Lotus non porterà Mike White a mettere mano alla sceneggiatura della serie, che è ormai diventata un format ripetitivo. Il finale non ha fatto altro che confermare quello che già dicemmo nella recensione delle prime puntate in anteprima, la serie è diventata un ripetitivo vagare che ha anche perso lo spirito più sarcastico della prima e della seconda stagione. Inoltre White, consapevole dell’importanza dei social media, ha costruito delle scene e dei dialoghi pensando e sperando nella diffusione attraverso Instagram o TikTok, dall’incesto alle confessioni delle tre amiche.

Se nelle precedenti due stagioni l’atto violento, la curiosità sui morti avevano una loro importanza ma non erano il fulcro di tutta la visione, in questa terza stagione la curiosità sulla sparatoria ha prevalso sulle dinamiche interpersonali. E quei barlumi di autenticità e verità nei rapporti, si sono poi persi in risoluzioni frettolose per dover concludere le vicende. Se è apprezzabile l’evoluzione dei 3 fratelli nell’arco di una settimana, è impossibile non sottolineare alcune incongruenze a partire dalla madre dipendente dagli anti-depressivi che prosegue le sue giornate senza prenderli come se tutto fosse normale. Mentre il padre, nell’indifferenza di tutti, continuava ad abusarne dando segnali di forte instabilità. Infine Lechlan praticamente morente che si risveglia e si imbarca per ripartire come senza nemmeno una visita in ospedale.

Nel fantastico mondo di Mike White il verosimile prevale sul reale, tutto diventa possibile e credibile, trasformando queste settimane da sogno, in parentesi irrealistiche sulla vita dei protagonisti. Dilatando le puntate e i tempi, Mike White vaga senza meta, riempiendo la stagione di scene ripetute, girando su se stesso con dialoghi pensati più per le reaction che per la struttura narrativa. Troppe situazioni potevano essere asciugate. The White Lotus resta un’idea interessante ma Mike White avrebbe bisogno di tornare allo spirito quasi pioneristico della prima stagione, fare un bagno di umiltà, dimenticare i fasti e i successi, tornare a raccontare con sarcasmo la vita dei ricchi, toccando corde più profonde invece che inseguire il fascino del mistero.

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