Those About to Die, la serie che vorrebbe essere il Succession o Game of Thrones ma non va oltre i sogni

Those About to Die è un intrattenimento costoso (il budget pare sia stato di 140 milioni di dollari), in parte godurioso ma per lo più dimenticabile. Anche la scelta di rilasciarlo in modalità binge watching sembra sposare questa tesi: Peacock negli USA e Prime Video nel resto del mondo avevano paura dell’effetto stanchezza e che la gente finisse per dimenticarlo.

Peccato perché non è assolutamente una serie tv da binge-watching, anzi, il rischio probabilmente è che faccia l’effetto opposto evidenziandone i difetti e portando all’abbandono. Those About to Die è una costosa serie tv da generalista e basic cable nell’impianto narrativo, da streaming o premium cable per le ricostruzioni, il cast, l’ambientazione e soprattutto per un eccesso di sangue e splatter. La vita a Roma era assolutamente cruenta ma nella serie ha più l’effetto del fumetto brillante e colorato, che quello della denuncia di una pratica brutale.

Those About to Die è una soap opera piena di intrecci, morti, amori e lotte per il potere. Ma in fondo anche quel capolavoro di Succession potevamo considerarla una soap opera negli intrecci. L’importante è come vengono costruiti i dialoghi, come si sviluppano le relazioni, come si intrecciano le scene. In questa ricostruzione dell’antica Roma tutto è abbastanza prevedibile e semplice, senza particolari guizzi. A salvare il tutto ci pensa Iwan Rheon che con il suo Tanax ha il ruolo del deus ex machina di svariate dinamiche e tutti i personaggi, dagli imperatori, agli schiavi, ai patrizi finiscono per dover interagire con lui, un semplice bottegaio e traffichino che gestisce le scommesse sulle corse del Circo Massimo.

Anthony Hopkins si ritaglia il ruolo dell’anziano Vespasiano, una figura di garanzia per l’impero e per la serie (e basta conoscere un po’ di storia per capire quanto sarà il suo spazio in una serie ambientata intorno al 79 d.C.). Un po’ tutti i personaggi hanno una carica enfatica nella recitazione che risulta eccessiva a partire da Jojo Macari e il suo Domiziano dolce, fragile, psicopatico, passando per le italiane Gabriella Passion e Romana Maggiora Vergaro. La sensazione della soap che per larghi tratti si trascina senza sapere bene dove andare, con situazioni che si ripetono e altre che sembrano spuntare dal nulla è forte.

Anche l’eruzione del Vesuvio è esagerata, con la cenere che ricopre in modo eccessivo Roma, per poi esser rapidamente dimenticata, compreso il tanto discusso arrivo dei cittadini romani provenienti da Napoli in cerca di riparo, aiutati dall’imperatore scontentando i patrizi. L’Antica Roma non era un luogo semplice in cui vivere, un mondo di un uomo solo al comando e di una classe di ricchi che comandava ma doveva pur sempre sottostare ai voleri di un altro. Una realtà dove le discriminazioni erano per censo e classe più che per sesso o colore della pelle. Ma se sul sangue Those about to Die non si risparmia, è decisamente più pudico sul fronte sessuale, senza nudi e con i vari accoppiamenti più fisici che sensuali.

Those About to Die è una serie che vorrebbe stupire, vorrebbe conquistare il pubblico, che prova a inserirsi sulla scia dei grandi racconti sul potere e sulla sua rovina come Succession o Game of Thrones ma che è lontano dal senso del tragico e dell’epico che queste due serie trasmettono. Una di quelle serie che partono con grandi ambizioni ma si scontrano con una scrittura modesta, finendo per accontentarsi di puntare sull’intrattenimento piacevole e coinvolgente. Non è un problema, servono serie tv di questo tipo ma probabilmente è tutto un po’ troppo costoso per questa tipologia di serie. Inoltre l’intrattenimento e il coinvolgimento cresce con il tempo, mentre qui al motto di tutto è subito, finisce tutto e subito.