Le prime impressioni sulla serie tv di Carlo Verdone a novembre su Amazon Prime Video: Vita da Carlo
Vita da Carlo, proprio come l’aveva presentata Carlo Verdone alla presentazione annuale di Amazon Prime Video a Febbraio 2020, si dimostra da subito una serie tratta da aneddoti della vita quotidiana dell’attore e regista romano, che si deve dividere fra l’essere un volto riconosciuto ovunque lui vada, un padre, un medico per gli amici, data la sua passione per le farmacie, una persona di buon cuore e generosa, che non sa dire di “no” alle persone.
Vita da Carlo – di cui abbiamo visto i primi 4 episodi (su 10) in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2021 e che arriverà dal 5 novembre su Amazon Prime Video (qui i dettagli su trama e cast), è un grande gioco meta-cinematografico e meta-televisivo che si muove continuamente fra realtà e finzione della vita di Carlo Verdone, quasi una summa della sua esperienza personale e lavorativa, con lui che vorrebbe fare un film impegnato ma il produttore con cui ha un contratto vuole che riproponga i suoi Personaggi, nello spirito del revival di questi tempi: “La gente vuole guardà avanti ma bisogna guardà indietro” dice furbescamente il produttore. Ed è solo una delle tante battute al fulmicotone presenti nella comedy, che prende gli stilemi da quella americana tentando di adattarla al nostro mondo tutto italiano.
L’ironia sul presente
Un modo sottile per ironizzare sulla situazione attuale dell’arte e del cinema, così come quella di Roma. Presentare una serie come questa – molto romana – nella cornice della Festa del Cinema 2021 sembra una mossa azzeccata, dato che nel serial stesso si gioca con un altro aneddoto vero, la proposta fatta a Verdone di diventare sindaco di Roma buca e si burla ancora una volta del meta-schermo, con i personaggi famosi, i cosiddetti VIP che intraprendono carriere politiche.
Nella serie è in dubbio perché non sa se manderebbe all’aria 50 anni di carriera, nella vita reale alla fine non ha accettato “perché una persona può fare davvero bene una cosa nella vita, ci vuole esperienza oltre che preparazione“.
La serie nei primi due episodi, pur gettando le basi per una storia che ritorni in modo orizzontale come quella di Chicco (Antonio Bannò), il fidanzato della figlia che si ritrova ad ospitare in casa più di quanto avesse previsto, creando un rapporto padre-figlio superiore a quello coi suoi stessi figli e che ricorda quello fra Phil e Dylan in Modern Family, appare un po’ troppo frammentata. Poi dal terzo episodio inizia a creare una “storia di puntata” accanto alla trama orizzontale che attraversa trasversalmente tutti e 10 gli episodi.
Vita da Carlo e le guest star
Il cuore di Vita da Carlo sono quindi le relazioni: quelle complicate con i propri affetti così come quelle con la donna di servizio, con l’agente e le altre personalità inerenti la sua sfera lavorativa e soprattutto quelle con i fan, che non perdono occasione di farsi un selfie con lui, nemmeno nelle situazione più surreali. E’ soprattutto grazie a queste che oltre a divertirsi ci si anche emoziona un po’ nella serie, grazie alla storia del cinema italiano che Verdone ha fatto.
Un’altra caratteristica presa dagli Usa sono le guest star di puntata, che hanno accettato di interpretare personalità della vita reale di Verdone (come l’ex moglie Gianna che ha il volto di Monica Guerritore), personaggi totalmente di finzione (come la dolce farmacista interpretata da Anita Caprioli) o ancora versioni sopra le righe di se stessi, come lo stesso Carlo. Tra questi Antonello Venditti, Alessandro Haber e soprattutto Max Tortora, che interpreta l’amico di una vita di Carlo nonché colui che non viene mai riconosciuto per strada, se non per l’imitazione di Sordi o per essere scambiato per De Sica (altro aneddoto accaduto davvero).