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Vitalia – Alle Origini della festa su Rai 2 il mito di stasera venerdì 27 maggio

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Vitalia – Alle origini della festa stasera venerdì 27 maggio su Rai 2 in seconda serata

Venerdì 27 maggio alle 23:00 su Rai 2 prosegue l’appuntamento con Vitalia – Alle origini della festa per portarci all’interno delle tradizioni del nostro paese. Condotto da Alessandro Giuli, il programma vuole raccontare l’Italia e il nostro immenso patrimonio culturale a partire dalle sue manifestazioni popolari legate al sacro. Il programma vuole essere una chiave di lettura alternativa delle profonde radici delle manifestazioni popolari legati ai culti e ai riti dell’Italia antica.

Un viaggio tra indagini storiche, contatto con i custodi delle tradizioni locali e la valorizzazione delle sopravvivenze folcloriche e il recupero del repertorio etno-antropologico conservato negli archivi della Rai. In ogni puntata il tema è legato a una festa comunitaria, che il conduttore lancia dai luoghi della romanità antica e che si sviluppa nei siti archeologici dell’Italia pre-romana, in un intreccio tra celebrazione identitaria del presente e liturgia della memoria che ritroverà sempre a Roma la propria sintesi conclusiva. La festa di stasera è quella della Bona Dea.

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La festa della quarta puntata

Nella quarta puntata di Vitalia Alessandro Giuli, venerdì 27 maggio alle 23:00, ci racconta l’origine del culto della Bona Dea, misteriosa divinità romana. Un culto che ancora oggi sopravvive in diverse feste popolari. Il viaggio inizia a Ostia antica con al centro una dea vergine sposa e madre, divinità dal nome segreto il cui culto era appannaggio di sole donne. La casta e feconda Signora della natura e degli animali, dea dei riti di passaggio femminili e della salute pubblica di Roma: Bona Dea.

Il viaggio di Vitalia prosegue a Cupra Marittima nelle Marche, alla ricerca di Cupra una divinità misteriosa senza volta. Del suo santuario-emporio resta il mistero della collocazione. Uno spazio di scambio tra i Piceni e i popoli che arrivavano dal mare o dagli Appennini. I Piceni si facevano guidare dal picchio che prende il nome da Picus fondatore di Albalonga che era anche domatore di cavalli come lo appella Virgilio.

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Da qui il programma ci mostra le feste collegate. A Monterubbiano la festa che rievoca le migrazioni dei Piceni al seguito di Picus, la festa di Sciò la Pica. A Ripatransone la pirotecnica processione del Cavallo di Fuoco. Tornerà infine, Alessandro Giuli, a Roma, per addentrarsi nella città contemporanea: a Trastevere e sul colle Aventino, lì dove la Bona Dea Subsaxana aveva le sue dimore, frequentate soltanto dai collegi sacerdotali femminili che celebravano riti occulti in suo onore e chiudere il cerchio nella Casa delle Vestali, accanto all’invisibile fiamma che garantisce l’eternità di Roma e dell’Italia romana.

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