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We live in time è proprio un filmone romanticone — La recensione

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Il 6 febbraio finalmente arriva finalmente in Italia We live in time, il dramma romantico con Florence Pugh e Andrew Garfield che, fin dal suo debutto al Toronto Film Festival, sta facendo parlare di sé. Il film è scritto da Nick Payne e diretto da John Crowley e distribuito in Italia da Lucky Red.

We live in time: gli scontri e incontri della vita

We Live in time

Tobias non sta passando un bel momento: il suo matrimonio è naufragato, la famiglia che voleva sembra sempre più lontana ed è dovuto tornare a vivere a casa del padre. Proprio mentre sta andando a depositare le carte per il divorzio, viene colpito (letteralmente!) dalla giovane chef Almut, che per scusarsi gli offre una cena nel suo nuovo ristorante. La chimica fra i due è incontrovertibile, e con l’inevitabile relazione che sboccia i due si trovano costretti a trovare dei punti d’incontro tra due modi di vivere: quello metodico, stabile e previdente di Tobias e quello ambizioso, combattiva e ispirato di Almut. I due si trovano ad affrontare insieme gli alti e bassi della vita, fra il diventare genitori e una diagnosi spaventosa, cercando di vivere non il tempo che vorrebbero ma in quello che hanno davvero.

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We live in time: facilone sì, ma con dolcezza

Far venire a un personaggio una malattia terminale è uno di quei tropi cinematografici per i quali nutro una naturale antipatia. Non che raccontare storie sul tema della malattia non sia importante, anzi: è probabilmente una parte della vita (purtroppo) più reale di tante altre per la maggior parte delle persone. Il mio problema è che quasi sempre viene utilizzato come un modo relativamente low-effort per farci sentire una valanga di emozioni, anche e soprattutto in casi in cui il film non ha molto da dire.

Quindi sì, certo, We live in time è un film emozionante, che tocca temi — le relazioni, il rapporto fra le ambizioni personali e quello che dobbiamo ai nostri familiari, la malattia e la mortalità — che ci fanno pensare, ce lo aspettavamo tutti. La cosa non scontata è però che riesce ad approcciare la materia con grande dolcezza e, soprattutto, con palpabile sincerità. È un film che vuole fortissimo comunicarci qualcosa, e se per farlo deve ricorrere a qualche sporco trucco (dalla malattia terminale alla sua modalità narrativa frammentaria, che inserisce un po’ di interesse in una trama piuttosto formulaica), non riusciamo a non perdonarlo. Perché dopotutto, un istante di vero contatto è tutto quello che desideriamo, no? 

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Il cast

Andrew Garfield è Tobias, mite e metodico rappresentate di cereali per la colazione che sogna una famiglia. Florence Pugh è Almut, ex pattinatrice e astro nascente del mondo dell’alta cucina, e Lee Braithwaite è Jade suo braccio destro al ristorante e nella competizione. Nel cast anche Grace Delaney, Aoife Hinds e Douglas Hodge.

La recensione

We live in time tocca temi che ci fanno pensare con una sorprendente dose di dolcezza e sincerità. È un film che vuole fortissimo comunicarci qualcosa, e anche se per farlo deve ricorrere a qualche sporco trucco, non riusciamo a non perdonarlo.

Voto:

7/10
7/10
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