Vi ricordate You People? Il film che mixava elementi da commedia romantica con tematiche sociali e di integrazione? Dallo stesso sceneggiatore arriva White Men Can’t Jump, remake del film con lo stesso titolo del 1992. La pellicola è diretta da Calmatic, nome d’arte del regista di videoclip musicali di Los Angeles Charles Kidd II e scritto, appunto, da Kenya Barris e Doug Hall da una storia che hanno co-scritto con Ron Shelton.
Più riuscito del suo predecessore e anche di You People, è disponibile in streaming su Disney+ a partire dal 19 maggio. É prodotto da 20th Century Studios e Khalabo Ink Society. Abbiamo davanti una pellicola calorosa, equilibrata e riuscita: perfetta per una serata tranquilla con la famiglia. Come sempre, evviva i buoni sentimenti.
White Men Can’t Jump trama e recensione: una storia di sport e amicizia non innovativa
La storia non è d’avanguardia. Kamal Allen era una promessa del basket della California. Una storia familiare difficile e alcuni problemi a gestire la rabbia, però, stroncano la sua brillante carriera sul nascere. Quando inizia la vicenda, ha rinunciato del tutto allo sport, pensa soltanto a sopravvivere e a sfamare sua moglie (parrucchiera che sogna di aprire un salone tutto suo) e il figlio, che ama infinitamente. Jeremy, dal canto suo, deve fare i conti con una serie di problematiche simili. Anche se il suo look stravagante non lo rende ben voluto nei campi da basket, anche lui ha un passato da promessa. Un infortunio gli ha tolto tutto, ma lui non molla, e cerca di sopravvivere vendendo percorsi detox e cercando di truffare spazi in cui allenare i giovani qua e là.
Questi due uomini, diversi quanto simili, si incontrano e si scontrano, e scoprono di poter mettere la loro bravura per il basket in uso. Non sarà facile, e le problematiche di una vita torneranno a pungere e a colpire nei momenti meno opportuni, ma loro ci proveranno, uscendone migliori.
White Men Can’t Jump, l’importanza del tono
C’è talmente tanto materiale tragico, in questo film, da riempirci un tir. Il tono, però, rimane leggero attraverso tutte le prove difficili e dolorose che Kamal e Jeremy devono affrontare, rendendo White Men Can’t Jump un gioiellino di divertimento e buoni sentimenti, perfettamente equilibrato tra i momenti seri (che sono pochi e non lacrimevoli), quelli in cui il basket è il protagonista, quelli di creazione del rapporto tra i due protagonisti e, infine, quelli di puro relief comico, affidati soprattutto a Speedy e Renzo, che se la cavano egregiamente. Jack Harlow, che prende il ruolo che negli anni Novanta fu di Woody Harrelson, mette a buon uso il suo personaggio da ruffiano dal cuore d’oro, e anche questo funziona. Si ride, si piange, si spera e si tifa. L’amicizia maschile viene fuori, le emozioni anche. Cosa si potrebbe volere di più da un film sportivo? Un’ultima menzione va a Lance Reddick, che interpreta il padre-coach di Kamal, che ci ha lasciati a marzo, e che recentemente era divenuto noto al grande pubblico per il suo ruolo in John Wick.
Il Cast
Sinqua Walls è Kamal Allen, rabbiosa e infelice ex-promessa del basket che non riesce a fare i conti con la sua vita adulta, con la sua rabbia e con la sua delusione. Ha deciso di non voler più giocare professionalmente. Jack Harlow è Jeremy, anche lui ex promessa del basket. Il suo problema è opposto: non riesce ad arrendersi al suo infortunio, ed è disposto a tutto pur di continuare a giocare, anche a scapito della sua salute.
Teyana Taylor è Imani, la moglie di Kamal, che lo supporta sempre e che a sua volta ha un sogno: aprire il proprio salone. Laura Harrier è Tatiana, la fidanzata di Jeremy. I due vivono insieme, ma Jeremy le nasconde di star continuando a giocare nonostante i problemi alle ginocchia. Vince Staples e Myles Bullock sono rispettivamente Speedy e Renzo, amici di Kamal. Lance Reddick interpreta Benji Allen, il padre di Kamal.
La recensione
C’è talmente tanto materiale tragico, in questo film, da riempirci un tir. Il tono, però, rimane leggero attraverso tutte le prove difficili e dolorose che Kamal e Jeremy devono affrontare, rendendo White Men Can’t Jump un gioiellino di divertimento e buoni sentimenti, perfettamente equilibrato tra i momenti seri (che sono pochi e non lacrimevoli), quelli in cui il basket è il protagonista, quelli di creazione del rapporto tra i due protagonisti e, infine, quelli di puro relief comico, affidati soprattutto a Speedy e Renzo, che se la cavano egregiamente.
Voto:
7/10