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Woman of the hour, la recensione del film su Netflix che mostra tutti i limiti del true crime

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Anna Kendrick è ricordata dai più soprattutto per le sue apparizioni nella saga di Twilight, ma negli ultimi anni si è data molto da fare a Hollywood, apparendo in più di 30 film da allora. Woman of the hour, scritto da Ian McDonald e ispirato a una storia vera, è il suo esordio alla regia. Il film è uscito nel circuito dei festival nel 2023, ed è distribuito in streaming su Netflix. Il risultato? Lo scopriamo insieme nella recensione di Woman of the Hour, intanto scala la top ten della settimana, che potrebbe continuare a salire…

Woman of the hour: una storia vera più strana della finzione

1977: il serial killer Rodney Alcala adesca giovani donne e uomini fingendo di essere un fotografo alla ricerca di modelli, per poi farne le sue vittime. Si sta spostando verso ovest dopo che le autorità di New York hanno iniziato a stargli con il fiato sul collo per mezzo decennio di delitti. Los Angeles, un anno dopo: Cheryl è un’attrice disoccupata sull’orlo della crisi: vorrebbe un ruolo teatrale, ma le tocca accettare il posto nel reality The Dating Game procurato sua agente. Nella puntata, Cheryl dovrà fare domande con tre scapoli (nascosti alla sua vista ma visibili dal pubblico) per decidere con quale andare a passare un weekend romantico. Un gioco stupido ma innocuo, se non fosse che uno dei tre scapoli è proprio Ronnie

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True crime wave

Woman of the hour parte da dei fatti realmente accaduti per dire qualcosa, ma più prosegue il discorso più la storia vera che racconta diventa una prigione che gli impedisce di esprimersi. La storia della lotta di Cheryl (e di quella parallela di Laura) per essere vista e ascoltata in un sistema che vede le donne come poco più che oggetti decorativi (che è il centro tematico del film) passa in secondo piano di fronte alla storia di Cheryl e Ronnie nel Dating Game. 

Woman of the hour: a volte è meglio inventare

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Allo stesso tempo, la premessa del game show con serial killer funziona nel creare tensione, ma non è abbastanza per sostenere 90 minuti di film. I flashback e flashforward sui delitti di Ronnie ci aiutano a capirlo come persona (complice l’ottima interpretazione di Daniel Zovatto), ma dopo un po’ smettono di dirci molto e iniziano solo a riempire il minutaggio. In definitiva, Woman of the hour ha dentro di sé un film interessante e col cuore al posto giusto su come a volte violenza e sessismo siano inscritte all’interno dei sistemi in cui viviamo, ma le cui gambe vengono tagliate dal dover aderire a una storia reale nel mondo reale.

Il cast

Anna Kendrick è la Cheryl Bradshaw: un’attrice che sta tentando di emergere, spesso ostacolata dalla propria sagacia e mancanza di pazienza per il sessismo del sistema. Daniel Zovatto è il serial killer Rodney Alcala, che nasconde la propria natura spietata dietro una facciata affascinante e affabile. Tony Hale è il presentatore dello show Ed, Pete Holmes interpreta lo Scapolo numero due e Nicolette Robinson è Laura, una giovane donna del pubblico che ha già incontrato Rodney in passato, e ha visto il suo vero volto. 

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La recensione

Woman of the hour ha dentro di sé un film interessante e col cuore al posto giusto su come a volte violenza e sessismo siano inscritte all’interno dei sistemi in cui viviamo, ma le cui gambe vengono tagliate dal dover aderire a una storia reale nel mondo reale. Per appassionat* di true crime

Voto:

6/10
6/10
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