Il “primo tempo” della quarta stagione di You arriva il 9 febbraio su Netflix con i primi 5 episodi, i restanti 5 arriveranno invece il 9 marzo. Naturalmente per un giudizio definitivo su questa stagione di You bisognerà aspettare anche “il secondo tempo” perchè la prima parte degli episodi è, giustamente, soltanto una prima parte. La storia inizia, chiarisce alcuni punti della stagione precedente (tra cui come Joe sia finito a Londra), presenta i nuovi personaggi e poi ci lascia con ovviamente tutto aperto e tutto in ballo.
You 4 stagione, Murder he thinks
Il signore in giallo. La quarta stagione di You cambia le carte in tavola e il protagonista Joe, interpretato da Penn Badgley, sembra veramente convinto di poter cambiare vita, di poter superare gli omicidi, ritrovandosi però travolto dagli eventi e da qualcuno che uccide al posto suo. Joe, diventato nel frattempo Jonathan Morre un professore universitario di letteratura grazie alla sua nota passione per i libri, finisce per indagare su una serie di omicidi che colpiscono una nuova cerchia di amicizie altolocate che si ritrova a frequentare. E inevitabilmente finirà di nuovo per innamorarsi.
La serie, come il suo protagonista, sembra aver perso le ingenuità della prima stagione e uno stile più provocante, per rivolgersi a un pubblico più adulto che ormai conosce le formule della serie e non ha più bisogno di essere stuzzicato, provocato. You diventa un thriller drama decisamente più convenzionale, mettendo però in luce con ancora più forza i suoi difetti. A partire dall’eccessivo ricorso al cliffangher di puntata francamente superfluo per una serie che viene rilasciata con tutti gli episodi da vedere in fila. E non sarà un caso che il finale del quinto episodio nell’attesa degli episodi successivi, non ricerchi lo stupore ma si limiti ad aprire un nuovo scenario in vista del ritorno della serie.
Penn Bedgley, protagonista perfetto
Fin dalla prima stagione Penn Bedgley sembra esser capitato per caso nel ruolo di Joe. Anche nei momenti più concitati appare distaccato, quasi svogliato, come se fosse costretto in un ruolo che non sente suo. E per questo è perfetto per il ruolo, perchè Joe è costantemente dissociato rispetto alla sua stessa vita, un osservatore esterno della propria esistenza, che commenta parlando con gli immaginari spettatori delle sue azioni. Nel corso delle stagioni i dialoghi interiori sono diventati sempre più preponderanti oltre che assurdi perchè riempiono di silenzi alcune situazioni con altri personaggi. Al punto che ogni tanto c’è qualche personaggio che prova a richiamare l’attenzione di Joe in attesa di una sua risposta o di una sua decisione. Alla fine i meme sui social a qualcosa servono.
Nella quarta stagione Joe si reinventa a Londra come Jonathan Moore, professore di letteratura della classe media, rispondendo a quello che è l’immaginario del ruolo: quindi barba lunga, vestiti semplici ma per lo più sui toni del marrone. E il ruolo è fatto. Ma inutile cercare qualcosa di più in You: l’obiettivo è portare un intrattenimento semplice e coinvolgente, facilmente fruibile e poco complesso. Quindi tutto deve essere facilmente identificabile. Gli altri personaggi sono allo stesso modo tutte maschere di una certa elite fintamente intellettuale, aristocrazia decadente che vive per stereotipi.
Peccato che questo meccanismo si inceppa nel tentativo di rinnovare la serie uscendo dalle dinamiche delle stagioni precedenti. Provando a superare la successione di stalking – omicidi che aveva finora caratterizzato la serie, You 4 perde mordente, soprattutto perchè poi questa nuova direzione viene interrotta lasciando il dubbio sulla direzione che si prenderà nei prossimi 5 episodi. L’impressione è che questa quarta stagione possa essere un momento di passaggio verso una quinta e conclusiva stagione che riporti Joe alle origini e a fare i conti con il suo Io.
La recensione
La prima parte della quarta stagione di You ci porta a Londra e ci mostra un Joe diverso dal solito, deciso a superare le vecchie abitudini. La serie perde un po’ di quel fascino trash che aveva nelle precedenti stagioni, cercando di limitarsi e lasciando gli elementi più perversi a delle parentesi macchiettistiche.
Voto:
6.5/10